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La Cina di fine 800

Nel 1898, degli intellettuali iniziarono

un movimento riformista richiedendo

riforme radicali in ambito industriale,

scientifico e tecnologico, con un nuovo slancio all’economia, su imitazione del Giappone di epoca Meiji. Misero sotto accusa anche il sistema educativo dell’epoca: secondo loro, il “saggio a otto gambe”, tipico della tradizione, era ormai obsoleto e sarebbe dovuto essere abolito. Questo movimento fu contrastato dalle potenze conservatrici, tra cui la allora reggente Imperatrice Cixi ( 慈禧太后), e i riformatori furono allontanati. Il movimento durò solo 103 giorni, da cui il nome “riforme dei 100 giorni”.

Tra gli intellettuali delle Riforme dei Cento Giorni spiccano Kang Youwei (康有为) e Liang Qichao (梁启超), che guardavano all’Italia come modello di riferimento. Il primo compose una poesia, 意大利游记 ossia “Storia di un viaggio in Italia” in ode a Cavour, la cui statua bronzea, ammirata a Napoli nel 1904, lo aveva profondamente colpito. Liang Qichao compose, invece, nel 1904, un dramma in sette atti, 新罗马, la “Nuova Roma”, in cui compaiono eroi come Mazzini, Garibaldi e Cavour. Lo scopo dell’autore era illuminare, attraverso le figure degli illustri patrioti italiani, i propri connazionali cinesi, che dovevano trarre esempio da essi se volevano ricostituire le fondamenta della nuova Patria cinese.

Dall’inizio del secolo in poi un continuo flusso di traduzioni rese disponibile in Cina un vasto repertorio di letteratura occidentale. Tra i principali traduttori spiccarono Yan Fu (严复) e Lin Shu (林纾). Il primo si dedicò alla traduzione di opere filosofiche di Adam Smith, Spencer e Montesquieu, mentre il secondo si concentrò sui capolavori di Shakespeare, Dickens, Dumas, Cervantes, Tolstoj e Hugo.

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