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Christa Wolf 

Christa Wolf nasce a Landsberg nel

1929.  Nel 1945 la sua famiglia fugge

nel Meclemburgo.  Dopo essersi

diplomata nel 1949, si unisce al SED

(Partito di unità socialista Germania). 

Dal 1949 al 1953 studia lingua e letteratura tedesca a Jena e Lipsia.  Nel 1951 sposa lo scrittore Gerhard Wolf, con cui ha due figlie. Dal 1952 al 1956 esercita varie professioni nel campo letterario e nel 1961 pubblica la sua prima opera, La novella moscovita (Moskauer Novelle), che riceve grande attenzione nella Repubblica Democratica Tedesca.  Il suo romanzo Il cielo diviso (Der geteilte Himmel) pubblicato nel 1963, rendendola una nota scrittrice. Nel 1976 prende parte alla protesta contro l'espatrio di Wolf Biermann, la sua prima critica aperta al governo della Repubblica Democratica Tedesca. È considerata un’importante scrittrice tedesca, tanto che nel 2002 le è stato assegnato il primo premio del libro tedesco per aver interferito coraggiosamente nei principali dibattiti della Repubblica Democratica Tedesca e riunificato la Germania. Era vista dalla RDT come una “leale” dissidente che criticava il regime ma considerava sempre il modello socialista come una migliore alternativa al modello capitalista. Muore a Berlino nel 2011.

IL CIELO DIVISO (DER GETEILTE HIMMEL)

Il Cielo diviso fu pubblicato nel 1963 e trasformato in un film di Konrad Wolf nel 1964.  Il romanzo è diviso in 30 capitoli e tematizza diversi aspetti problematici della società in Germania orientale e finì per riscuotere un notevole successo anche nei paesi occidentali. Malgrado ciò, il libro prendeva le dovute distanze dalla visione del mondo capitalista, il che ne garantì l'affermazione anche in Germania dell'Est. Nella forma, il romanzo non ha le caratteristiche del realismo sociale, in quanto l'autrice usa solo parzialmente le tecniche di quest’ultimo, ma usa principalmente le tecniche narrative moderne come il montaggio (una tecnica molto comune nell'espressionismo e che dà alla narrazione una nota individuale e spesso poetica).

Nel 1959, la diciannovenne Rita conosce Manfred, un chimico più grande di lei. I due iniziano una relazione amorosa e si stabiliscono presso la famiglia di lui, gli Herrfurth. Lei studia per diventare un'insegnante e lavora nelle vacanze in una fabbrica, mentre lui si dedica con passione alla chimica. Nel 1961 Manfred, in seguito ad una sconfitta sul campo del lavoro, decide di fuggire dalla Germania dell'Est per recarsi dall'altra parte della cortina di ferro, dove gli si presenteranno prospettive professionali migliori e approfittando dell'occasione di un congresso di chimica, Manfred si dirige a Berlino Est senza dare nell'occhio: resta implicito il fatto che in quel periodo in Germania è ancora abbastanza facile passare la frontiera e raggiungere Berlino Ovest e quindi l'occidente senza essere fermati, poiché il muro non è ancora presente. Manfred lascia il paese senza informare i suoi cari, che avrebbero dovuto denunciare l’azione. Ciononostante, egli è convinto che al momento giusto Rita lo seguirà, e le scrive una lettera per convincerla a raggiungerlo a Berlino Ovest. In effetti, Rita finisce per superare la paura e recarsi in visita da lui, ma cerca a sua volta di persuaderlo a tornare a casa. È convinta tra l'altro che egli non abbia il diritto di costringerla a prendere una decisione di tale gravità. Il breve viaggio di Rita nel mondo dell'occidente non porta a risultati concreti, dato che ciascuno dei due insiste sulla propria posizione. La giovane si sente estranea nel mondo materialista ed incellofanato di Berlino Ovest e, ritenendo le scelte di Manfred dettate almeno in parte dall'egoismo, decide di tornarsene da sola all'Est (dove sarà coinvolta nell'incidente sul posto di lavoro).

Il titolo, un punto chiave del romanzo, prende spunto dal noto passaggio che racconta la separazione dei due a Berlino Ovest: al momento di congedarsi da Rita, Manfred commenta con amara ironia la divisione della coppia e della Germania intera, dicendo che almeno il cielo non potrà mai essere diviso in due parti, neanche ad opera dei socialisti. Rita lo contraddice dato che ritiene che sia lui, e non la politica, il responsabile di questo estremo atto di separazione. Il momento dell'addio è difficile, tanto che la ragazza dimentica la valigetta sul marciapiede.

I due personaggi principali del romanzo sono completamente diversi, poiché, da un lato, vi è la socialista Rita, desiderosa di apprendere, di grandi cambiamenti e crede davvero nel socialismo, e dall'altro il pensiero razionale, borghese e egocentrico di Manfred. Il romanzo descrive progressivamente la ricerca di Rita e del suo ruolo nella società, e alla fine prende la decisione giusta, (chiamata "corretta" nel romanzo) di lasciare il suo amante egoista e lavorare per il sistema.  Quest’ultimo non è presentato senza debolezze, anzi queste sono descritte come problemi di transizione, il mondo occidentale è presentato come socialmente di successo ma pieno di debolezze morali.

Christa Wolf
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