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La teoria delle Tettonica a placche

Tettonica a placche

Secondo la teoria della Tettonica a placche la crosta terrestre non copre in modo uniforme tutto il globo, ma è suddivisa in blocchi rigidi chiamati zolle o placche, trasportati in un continuo e lento movimento.
La struttura della terra è ad involucri concentrici, che sono:

  • la crosta raggiunge uno spessore di 6-7 km sotto gli oceani e 35 km sotto i continenti.

  • il mantello corrisponde alla parte interna ,raggiunge 2900 km di profondità 

  • il nucleo, diviso in nucleo interno e nucleo esterno

La crosta terrestre si divide in: crosta continentale e oceanica .
La crosta continentale corrisponde ai continenti, anche sotto il livello del mare; è meno densa , ciò le consente di galleggiare sugli oceani. 
La crosta oceanica corrisponde al  fondale degli oceani.
La crosta terrestre è caratterizzata da un fenomeno detto isostasia , il quale consiste nel galleggiare affinchè non si trova una posizione di equilibrio.
La parte rocciosa più esterna della crosta terrestre e del mantello si chiama litosfera, quest’ultima è divisa in 20 zolle o placche  che galleggiano sull’astenosfera.
Le placche sono formate da litosfera oceanica ,da  litosfera  continentale o   da entrambe. 
Le placche sono in continuo movimento , quando due placche si allontano l’una dall’altra si creano o si accentua la spaccatura da cui fuoriesce il magma .


In base al tipo di movimento che le caratterizza si differenziano tre tipi di margini :
Divergenti due placche si allontanano l’una dall’altra  causando la risalita di materiale dal mantello , formando  nuova  litosfera ,per questo sono detti costruttivi. Questi margini  corrispondo alle dorsali oceaniche.
In corrispondenza di questi margini è presente una forte attività vulcanica, causata dalla risalita dal mantello di materiale solido ad alte temperature,che fa inarcare la litosfera.
Lungo le dorsali oceaniche la tensione che tende ad allontanare i bordi della rift valley ( punto di spaccatura) causa la formazione di molte faglie , provocando numerosi sismi.
ES. Great Rift Valley

Convergenti in corrispondenza dei margini convergenti due placche si scontrano ,una delle due finirà sotto il mantello , tramite il fenomeno della subduzione. 
Per questo motivi si chiamano anche distruttivi.
Lungo questi margini avviene la formazione di catene montuose , fenomeno denominato  orogenesi.
Sono luogo sia di fenomeni vulcanici  che sismici.
I margini convergenti possono generare diversi fenomeni, in base al tipo di crosta e litosfera coinvolte.


Crosta oceanica sotto crosta continentale
Si verifica quando una parte di crosta oceanica essendo più densa scivola sotto una parte di crosta continentale ,più leggera.
Le rocce della placca oceanica che viene assorbita fondono.
I materiali più leggeri risalgono sotto forma di magma  e possono perforare il margine del continente superiore formando dei vulcani.
I materiali più leggeri possono anche fermarsi all’interno della crosta formando dei batoliti.
Questo fenomeno dà luogo ad un arco vulcanico.
Crosta oceanica sotto crosta oceanica
Quando si avvicinano due placche oceaniche , si ha la subduzione di litosfera oceanica sotto altra litosfera oceanica.
La roccia della crosta oceanica che affonda , fonde e risale sottoforma di magma , formando una serie di vulcani sottomarini.
Nel tempo formerà un arco di isole vulcaniche , posizionate lungo il margine della placca rimasta in superficie.

Crosta continentale contro crosta continentale
Scontrandosi formano ammassi di rocce .
La fascia di collisione detta anche sutura continentale  si solleva formando una catena montuosa 
Trasformi i margini trasformi coincidono con le faglie trasformi ( tagli delle crosta terrestre) dove i bordi della litosfera  scorrono in direzioni opposte  o con diverse velocità. Questo fenomeno causa solo trasformazione di roccia , non distruzione nè creazione , perciò si chiamano anche margini conservativi. Es. faglia di San Andreas

Per capire come si muovono queste zolle o placche e cosa le ha formate bisogna scendere fino all’astenosfera (si trova all’interno del mantello), dove la roccia in parte  è fusa ed assomiglia ad un fluido che si deforma lentamente.

In questo fluido, a causa della differenza di temperatura tra lo strato superficiale e quello profondo, avvengono dei moti convettivi dal basso verso l’alto e viceversa .

In questo modo si crea una circolazione di materia che, nell’arco di milioni di anni, produce degli spostamenti.

Il mantello nel suo moto trascina anche la crosta terrestre che, essendo rigida, si spacca e si frantuma.

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LA RIFT VALLEY
La Rift Valley è una grande frattura  tettonica  situata nella zona est dell’Africa.
La sua origine risale a circa 50 milioni di anni fa in seguito alla spaccatura e allo sprofondamento della crosta terrestre (teoria della tettonica a placche), che ha causato la separazione tra la Placca africana e la Placca somala.
E’ un avvallamento che ha una larghezza tra i 30 e i 100 chilometri e si estende per circa  5.000 chilometri, dalla Siria al Mozambico.
Un quarto della sua lunghezza  si trova in Etiopia, percorrendola in diagonale da sud-ovest a nord-est. 
Essa divide in due l’altopiano centrale etiope, l’Acrocoro Etiopico.
Per la sua origine vulcanica, la Rift Valley è un territorio molto fertile e quindi molto popolato, e vi è una grande varietà di fauna e vegetazione. 
 

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Alfred Wegener era  un metereologo e geofisico tedesco(1880-1930).
Nel 1912 egli  propose la teoria della Deriva dei Continenti. Pubblicata in forma completa nel suo scritto ”La formazione dei continenti e degli oceani”.
Egli ipotizzò che circa 225 milioni di anni fa , i continenti erano uniti formando la Pangea,ed  erano poi circondati da un unico oceano chiamato Pantalassa. 
Inizialmente la Pangea era divisa in due parti.
Una parte boreale ( emisfero nord), chiamata Laurasia e una parte australe (emisfero sud) chiamata Gondwana.
Secondo la sua teoria la terra e i continenti erano delle zattere di Sial galleggianti sul Sima.
Sial ,ovvero silicio alluminio , crosta a composizione granitica , meno densa 
Siam, ovvero silicio magnesio, crosta a composizione basaltica, situata sul fondo degli oceani(mantello).
I frammenti (continenti) di Sial ,immersi nel Siam , con il passare del tempo sono andati alla deriva verso ovest, essendo rimasti in ritardo rispetto al moto della terra verso est.
Il Sial è rigido e si comporta in modo plastico.
Ci sono molte prove a dimostrazione della sua teoria.
Prove geografiche
Wegener notò una somiglianza delle linee di costa dell’Africa e dell’America del sud.
Trovò anche analogie  tra i reperti fossili e rocciosi prelevati   lungo le coste dei due continenti. 
Spiegò questa somiglianza con il fatto che precedentemente erano state unite.
Si occupò di ricostruire le sagome delle terre emerse come un puzzle, nella condizione in cui si trovavano circa 200 milioni di anni fa.
Ricostruì anche il percorso della deriva dei continenti. Con queste prove capì che i continenti erano stati tutti uniti.
Prove paleontologiche
Ponti continentali
A rafforzare la sua tesi è il ritrovamento dei resti di un rettile , Mesosaurus e di una pianta Glossopteris, in Brasile e in Sudafrica nonchè in altri continenti oggi separati.

Prove paleoclimatiche
Wegener essendo metereologo analizzò i climi delle ere precedenti.
Anche da questa analisi scoprì che dei resti di rocce di origine glaciale si trovavano anche in continenti dal clima molto caldo.
Di conseguenza ipotizzò che i continenti erano in precedenza uniti e localizzati tutti vicino al Polo sud.
Ciò che Wegener non era riuscito a spiegare, era cosa riuscisse a far muovere i continenti.
 

Teoria di Wegener

Wegener
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