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Lewis Carroll

Lewis Carroll


Charles Lutwidge Dodgson, meglio conosciuto come Lewis Carroll, nacque a Daresbury, Cheshire, il 27 gennaio 1832 da una famiglia di notevole importanza artistica e letteraria. È stato un matematico e uno scrittore del periodo tardo vittoriano britannico. Morì di polmonite nel 1898, a Guildford, Surrey.
Sotto vero nome pubblicò saggi di matematica e di logica e, al contempo, utilizzando lo pseudonimo di Lewis Carroll scrisse libri per bambini, come Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) e il suo seguito, Alice attraverso lo Specchio (1871), che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. 
La critica ha parlato spesso di una “natura duale” nella personalità di questo autore, separando il matematico Dodgson, più pedante e preciso, dallo scrittore Carroll, più leggero e bambinesco. 
Nei suoi racconti emerge la crisi dei valori del periodo tardo vittoriano, simboleggiata da un mondo ribaltato e totalmente privo di senso, dove i principi che governano l’universo morale e le consuetudini sociali sono messe in discussione ed esagerati fino all’estremo, per dimostrare l’inevitabile assurdità del mondo reale.
ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Alice nel Paese delle Meraviglie (Alice’s Adventures in Wonderland) è il classico per bambini d’eccellenza, pubblicato nel 1865, che ha reso noto Carroll in tutto il mondo, ed è considerato uno dei migliori esempi del genere letterario del nonsenso. 
Narra le avventure di una ragazzina di nome Alice che, inseguendo un coniglio, cade nella sua tana e si ritrova in un mondo fantastico, il Paese delle Meraviglie, popolato da strani animali e piante antropomorfe. Tutta la storia è narrata attraverso giochi di logica e di parole e finezze tipografiche.
I temi principali sono le difficoltà dei bambini nel mondo degli adulti e la crescita, insieme al tema dell’identità ad essa legato. Infatti, nel racconto, quando ad Alice viene chiesto di identificarsi, ella avrà dubbi su come rispondere, dopo che la sua statura è stata mutata tante volte per adattarsi alle sue avventure, rappresentando quanto può essere disorientante l’idea di crescere. 
Alla fine del racconto Alice, perdendo gran parte della sua immaginazione da bambina, abbandona il Paese delle Meraviglie e si risveglia nel mondo reale, quello degli adulti.

 

 

 

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Robert Louis Stevenson nacque il 13 novembre 1850 a Edimburgo, Scozia, figlio di una famiglia della buona borghesia puritana. Passò la sua infanzia costretto a rimanere a letto a causa della sua salute cagionevole, portandolo a una infanzia isolata e a un confronto precoce con la sofferenza fisica e interiore. Fu un drammaturgo, poeta e scrittore scozzese del periodo tardo vittoriano. La sua malattia costrinse lo scrittore a viaggiare molto durante la sua vita, alla ricerca di climi più salubri. Morì di emorragia cerebrale a Bailima, Samoa, nel 1894.
Per tutta la sua vita fu in conflitto con la rispettabile società vittoriana, diventando uno dei primi esempi di bohémien della Gran Bretagna grazie suoi comportamenti ribelli e anticonformisti; ad esempio, rifiutò apertamente i principi religiosi della famiglia e il loro amore per la rispettabilità.
Divenne un novellista popolare negli anni 80 dell’800, grazie alla pubblicazione dei romanzi L’Isola del Tesoro (1883) e Lo Strano Caso di Dr Jekyll e Mr Hyde (1886).
I suoi romanzi, definiti Romanzi Psicologici, sono influenzati dalla teoria darwiniana e anticipano la teoria freudiana del subconscio. Essi sono pervasi da un senso di angoscia e dal super naturale, ispirati dai suoi sogni e da leggende tipiche scozzesi, affidandogli uno stile gotico, degno dei romanzi noir di Edgar Allan Poe.
La mancanza dei valori e di certezze tipica del periodo tardo vittoriano si riflette nella struttura dei suoi romanzi attraverso l’assenza di un narratore onnisciente e la molteplicità dei punti di vista.
LO STRANO CASO DI DR JEKYLL E MR HYDE
Lo Strano Caso di Dr Jekyll e Mr Hyde (The Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde) è uno dei romanzi più celebri di Stevenson, pubblicato nel 1886, che conferma la sua fama di scrittore al pubblico. Per le sue cupe ambientazioni notturne e per i temi trattati viene considerato un romanzo di stile gotico.
Il romanzo narra le ricerche di Mr Utterson per trovare una risposta allo strano comportamento del suo amico, lo scienziato Dr Jekyll, che lo portano alla scoperta di una terribile storia: il Dr Jekyll, dopo aver sperimentato su sé stesso una potente pozione, ha liberato Mr Hyde, il quale incarna il lato malvagio e violento della sua personalità. La trama è incentrata, quindi, sullo sdoppiamento della personalità dello scienziato, le cui parti sono in continua lotta per decidere quale delle due deve prevalere, arrivando, alla fine de romanzo, alla vittoria di Mr Hyde. Il suicidio finale del Dr Jekyll risulta quindi l’unica soluzione possibile per interrompere la serie di crimini e violenze commesse da Hyde, in quanto l’unico modo per fermarlo era eliminarlo definitivamente.
Il tema dello sdoppiamento simboleggia anche la doppia natura della Londra vittoriana e rappresenta l’ipocrisia della sua società.
Il racconto ha una struttura multi-narrativa, dove si susseguono una molteplicità di punti di vista diversi, attraverso i quali tutte le azioni vengono filtrate. 

 

 

 

 


Oscar Wilde nacque a Dublino, Irlanda, il 16 ottobre 1854, figlio di un noto medico e una famosa poetessa irlandesi, dalla quale ereditò la sensibilità verso l’arte e la letteratura. È stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese dell’età tardo vittoriana. Dopo la laurea nel 1878 si trasferì a Londra, dove divenne celebre per il suo straordinario ingegno e il suo caratteristico stile, conosciuto come “dandy”, diventando egli stesso emblema dell’Estetismo, un movimento letterario che si propone il raggiungimento e il godimento della bellezza, di cui il massimo grado, secondo Wilde, si manifesta nell’arte. Egli sposò i canoni dell’Estetismo e del Dandismo, che si contrappongono ai valori puritani dell’età vittoriana, incentrata sul progresso e il benessere materiale, ed è infatti considerato dalla critica un poeta maledetto, al pari di Verlaine e Rimbaud.. A causa della sua omosessualità ebbe una condanna di due anni ai lavori forzati, che lo portò ad abbandonare la Gran Bretagna per cercare asilo nell’Europa continentale. Trascorse la sua esistenza in un periodo storico a cavallo tra il Positivismo, manifestato nella fede illimitata verso la scienza e il progresso, e il Decadentismo, caratterizzato da sentimenti di angosciante inquietudine e disincanto. Morì a Parigi, Francia, per meningite nel 1900.
Le opere principali di Wilde sono: Il Fantasma di Canterville (1887), Il Ritratto di Dorian Gray (1891), Il Ventaglio di Lady Windermere (1892), Salomé (1893), L’importanza Di Chiamarsi Ernesto (1895).
IL RITRATTO DI DORIAN GRAY
Il Ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray) è considerato il manifesto dell’estetismo e della poetica dell’art pour l’art, ovvero l’arte con il solo scopo di creare arte, libera e indipendente dai principi della morale. Il romanzo, pubblicato a Londra alla fine del XIX secolo, ha subito molti influssi culturali e letterali, a partire dal Faust di Goethe, fino ai romanzi di Balzac. L’aspetto decadente del romanzo trova corrispondenza nella letteratura italiana di quel periodo nelle opere di D’Annunzio, Il Piacere e Il Fuoco.
Il romanzo narra la storia di Dorian Gray, un giovane dalla straordinaria bellezza, capace di ispirare e affascinare un pittore, Basil Hallward, che decide di ritrarlo. Proprio nello studio del pittore, Dorian conoscerà Lord Henry Wotton, uomo brillante ma corrotto, sotto la cui influenza il giovane condurrà una vita fatta di eccessi e piaceri e priva di ogni scrupolo morale. Nonostante ciò, i segni dell’età, delle esperienze e dei vizi non appariranno sul volto dell’uomo, ma compariranno nel suo ritratto. Quando il pittore vede l’immagine corrotta della sua opera, Dorian, al fine di mantenere il suo segreto, lo pugnala. Anni dopo, Dorian decide di volersi liberare del ritratto, unico testimone della sua corruzione spirituale, sfregiandolo con un pugnale, lo stesso utilizzato per uccidere l’amico e pittore Basil. Così facendo, si procurerà la morte: all’improvviso il volto del dipinto riacquista la sua pura bellezza originaria, quella che tutti fino a quell’istante avevano ammirato sul volto dell’uomo, dove in quel momento appaiono i segni della sua dissolutezza e della sua vita corrotta e degradata, uccidendolo.
Tutti i personaggi vengono descritti attraverso ciò che dicono o da ciò che altri personaggi dicono e pensano di loro. Il narratore è un narratore interno nascosto, che descrive le vicende in modo oggettivo, permettendo al lettore di identificarsi con i personaggi.
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO
L’Importanza di Chiamarsi Ernesto (The Importance of Being Earnest), pubblicato il giorno di San Valentino del 1895, è la commedia più famosa di Oscar Wilde. È una commedia teatrale che si divide in tre atti e inaugura un nuovo tipo di teatro, conosciuto come la restaurazione della commedia di costume, dove i problemi del periodo sono rappresentati attraverso osservazioni argute.
La commedia narra delle vicende di Jack Worthing, elegante uomo dalle origini incerte, e del suo amico e compare in birbanterie Algernon Moncrieff, frequentatore dei salotti londinesi, entrambi vogliosi di maritarsi rispettivamente con Gwendolen, cugina di Algernon, e Cecily, di cui Jack è tutore.
Jack si reca in città per frequentare la borghesia e conquistare la sua amata, ma, ritenendo che il suo non fosse un nome interessante, si presenta come Ernest. Nel frattempo Algernon si reca in campagna intenzionato a sedurre la diciottenne di cui l’amico è tutore e le si presenta come fratello minore di Jack. Da questo momento in poi si susseguiranno intrighi e confusione, bugie e seduzioni: il matrimonio tra Jack e Gwendolen è ostacolato dalla madre di lei, perché contraria alle origini da orfano di Jack, e le due ragazze, diventando amiche, scoprono che i due “spasimanti” in realtà non sono chi dicono di essere e, spalleggiandosi, li allontanano. Per una serie di circostanze, le vere origini di Jack verranno alla luce: incredibilmente, egli risulterà essere davvero fratello di Algernon e il suo vero nome è proprio Ernest. La madre di Gwendolen, quindi, soddisfatta dalla nuova scoperta, acconsentirà alle nozze. Anche la situazione tra Algernon e la piccola Cecily avrà lieto fine, grazie all’aiuto di Jack, e i due matrimoni avranno finalmente luogo.
Il titolo originale dell’opera, traducibile come “l’importanza di essere onesti”, è stato modificato nella resa in italiano della commedia perché, in inglese, esso è un gioco di parole tra il nome dell’alter ego di Jack, Ernest, e la parola earnest, che vuol dire, appunto, “onesto”, “franco”.
Nella commedia viene rappresentata una società aristocratica i cui membri sono tipici “snob” dell’età vittoriana; sono spesso arroganti, formali e preoccupati principalmente dai soldi. La madre di Gwendolen, in particolare, incarna gli stereotipi degli aristocratici di tale periodo. 
Il tema principale dell’intera commedia è il matrimonio. Nel basare l’intera opera su questo tema, Wilde dimostra l’intento di ridicolizzarne l’istituzione, da lui considerata ipocrita e assurda. Infatti, l’aristocrazia vittoriana considerava il matrimonio soltanto come un modo di ottenere importanza all’interno della società, attraverso l’acquisizione di un titolo, piuttosto che come risultato di un amore.
 

Robert Louis Stevenson
Oscar Wilde

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Oscar Wilde 

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